Il modo migliore per imparare la professione rimane certamente quello di iscriversi ad un corso di laurea in interpretariato: esistono sul nostro territorio numerose università che offrono una formazione per aspiranti interpreti. Per informazioni relative alle modalità di iscrizione e ai prerequisiti di accesso vi invito a consultare direttamente le pagine web delle università.
Se per vari motivi non potete frequentare un corso di interpretariato allora leggete questo articolo.
Piccola premessa: come già detto, non è sufficiente essere bilingue per improvvisarsi interprete. Avere una perfetta padronanza della propria lingua e un’ottima conoscenza di una seconda lingua sono solo le prerogative indispensabili dell’aspirante interprete.
Ho specificato “perfetta padronanza” perché la maggior parte delle persone crede di avere una perfetta conoscenza della propria lingua solo per il fatto che è la lingua dei loro genitori o la lingua che parlano fin da bambini, ma non è così. Avere un’ottima padronanza della propria lingua significa possedere un vocabolario ricco e variegato ed essere in grado di utilizzarlo con disinvoltura, significa sapere adattarsi ai vari registri linguistici a seconda dei contesti e infine significa essere in grado di parlare degli argomenti più disparati con vocaboli e espressioni appropriate.
Una solida preparazione scolastica dovrebbe fornire in parte gli strumenti necessari per raggiungere questa disinvoltura nell’esprimersi ma non basta! Leggete, leggete sempre: leggere giornali, saggi, romanzi, riviste specialistiche. Scegliete le vostre letture con particolare attenzione alla qualità linguistica dei testi, siate onnivori di conoscenza e cercate di leggere in maniera attiva: annotatevi le espressioni ricercate, cercate il significato delle parole che non conoscete e non gettate la spugna di fronte ad articoli o saggi dal contenuto all’apparenza indecifrabile: internet è il vostro fedele aiuto in questi casi e una ricerca sul web sarà in grado di dissipare più o meno tutti i vostri dubbi e le vostre incomprensioni.
Dovete abituarvi a leggere e ad interessarvi a tutto, anche alle cose che non vi sono mai interessate. Questo perché gli interpreti di professione sono chiamati ad intervenire in situazioni durante le quali vengono trattati argomenti di ogni tipo: la medicina, l’arte, l’ingegneria, la chimica, la moda, la finanza, l’economia, i mezzi di trasporto, la politica, il diritto… etc. Per esercitare questa professione è molto importante possedere di una buona cultura generale.
La disinvoltura nell’esprimersi correttamente e in maniera gradevole per gli ascoltatori è importante anche perché un interprete mentre lavora deve svolgere 4 azioni contemporaneamente: decifrare il messaggio + memorizzare il contenuto + tradurlo + ascoltare sé stesso mentre traduce. Poiché il cervello dell’interprete svolge queste 4 funzioni in poche frazioni di secondo, egli non ha il tempo per cercare le parole adatte come quando parla ed è pertanto inevitabile che la qualità della sua espressione orale si abbassi durante l’interpretariato.
La vostra lingua B… ovvero la vostra seconda lingua, nel gergo degli interpreti la lingua A è la vostra lingua madre, la lingua B è la vostra seconda lingua che dovete essere in grado di capire e parlare perfettamente ma, inevitabilmente, senza possedere tutta la ricchezza lessicale che dovete invece avere per la vostra lingua A.
Per lavorare sulla vostra lingua B dovete procedere in maniera simile: leggere molto, ascoltare la radio, guardare film, documentari, approfondimenti televisivi in maniera attiva, così come precedentemente spiegato, e cercare di praticare il più possibile con parlanti nativi. Badate bene che questo lavoro va fatto sempre: l’esercitazione e la pratica continua sono indispensabili a mantenere una lingua “attiva”.
Una volta adempite le suddette premesse potete iniziare ad esercitarvi nella pratica vera e propria. Ma come?
Iniziate con il memorizzare brevi discorsi. Allenare la memoria è infinitamente importante: ricordatevi, come già detto precedentemente che mentre ascolta il discorso origine, l’interprete deve memorizzarlo per poterlo poi decodificare e tradurre.
Quindi ascoltate brevi discorsi (5 minuti) nella vostra lingua B (in mancanza di un parlante natio a disposizione, Youtube può esservi d’aiuto), senza prendere appunti ma solo avvalendovi della vostra memoria, una volta finito il discorso traducetelo nella vostra lingua madre.
Quando riterrete di avere sufficientemente allenato la vostra memoria potete passare alla fase successiva: il primo approccio alla consecutiva.
Selezionate dei discorsi più lunghi (20 minuti circa) nella vostra lingua B e mentre li ascoltate prendete appunti. Una volta finito il discorso iniziate a tradurre nella vostra lingua avvalendovi del supporto dei vostri appunti.
Vi renderete presto conto che non è possibile annotarsi tutto, non ne avete il tempo: dovete imparare a segnarvi solo i punti più importanti (le date, i numeri, i nomi, i passaggi logici, i concetti) e la vostra memoria farà il resto. È utile in questa fase munirsi di un registratore per riascoltarvi e verificare se: 1) il contenuto è stato riportato correttamente e esaustivamente, 2) i passaggi logici sono stati rispettati, 3) siete stati in grado di esprimervi correttamente utilizzando le parole giuste.
Molto probabilmente un aspirante interprete alle prime armi non spunterà la casella di nessuno di questi tre punti ma non disperate, esiste una soluzione che correggerà le vostre inesattezze e si chiama pratica!
L’ultima fase di allenamento si chiama SIMULTANEA, ma ci si dovrebbe arrivare dopo essersi esercitati a lungo prima sulla memorizzazione e poi sulla consecutiva.
Per la simultanea dotatevi di cuffie e collegatele al pc. Selezionate poi un discorso di almeno 45 minuti nella vostra lingua B, fate partire il registratore e iniziate a tradurre nella vostra lingua madre nello stesso tempo in cui parla l’oratore. In seguito procedete al riascolto del vostro discorso tradotto e verificate i 3 punti sopra esposti.
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